Eccoci. La connettività
Nessuno di noi fino a pochi anni fa, avrebbe mai immaginato l'importanza che avrebbe avuto nel futuro la connettività.
Eppure già la conoscevamo, addirittura l'abbiamo perseguita, ma non l'avevamo ancora ben definita.
Le grandi scoperte dell'uomo, dai grandi viaggiatori del medioevo a Galileo, da Jules Verne, a Hesse fino a Sepulveda, non manifestavano in qualche modo il desiderio innato dell'uomo di sviluppare la propria connettività?
Ancora negli anni 60 l'immaginario era limitato allo spostamento fisico. L'apice degli anni 60 fu quello di realizzare la connessione tra la terra e la luna mediante lo sbarco della navicella Apollo11.
Senza che ce ne accorgessimo la prima connettività in tempo reale è arrivata con la radio e poi con la televisione, che ha surclassato nei tempi il giornale.
I bambini sognavano che nel 2000 gli uomini si sarebbero spostati volando anche per andare a scuola o al lavoro, magari a bordo di navicelle parcheggiate sul terrazzo di casa, o magari con dei razzi indossati tipo zaino.
Il desiderio e la possibilità di connettività sono stati pian piano interiorizzati culturalmente dagli uomini moderni, sono stati elaborati, metabolizzati ed approfonditi.
Questa evoluzione di uomini nei tempi ci sta portando invece ad abbandonare lentamente l'immaginario dello spostamento fisico in favore di una connettività metafisica con il resto del mondo e che passa tramite internet.
Possiamo affermare che la connettività si smaterializza come proporzionalmente si velocizza.
Al contrario una connettività fisica è lenta ma sicuramente più profonda.
E questo è un equilibrio nuovo, che un tempo non dovevamo gestire; prima la differenza poteva essere di poterci spostare da un luogo ad un altro in tempi relativamente più lunghi o più brevi; ci costringe adesso a sviluppare una nuova capacità di autoregolazione per comprendere quale è il nostro personale equilibrio e a riconoscere al nostra esigenza.
Se il telefono cellulare ha cambiato profondamente i ritmi e le abitudini delle persone, internet lo ha fatto in maniera ancora più radicale. Internet mobile sta dando il colpo di grazia.
Girando per un ipermercato, dove l'elettronica digitale occupa quasi lo stesso spazio del reparto alimentare, e cercando tra le offerte ed i prodotti, non possiamo fare a mento di notare che la differenza tra modelli di apparecchi di pari prestazioni è data dalla connettività, cioè dalla potenzialità che ha quel prodotto di fondersi nel sistema informativo globale.
Pensiamo ad un computer privo di connettività, e non riusciamo a pensarne ad un utilizzo che valga la pena.
USB2, Ethernet, Wireless, Bluetooth, GPS, Infrarossi, Fotocamera, Microfono, altoparlanti etc.
Il prezzo è la connettività.
Anche le auto pubblicizzano sistemi GPS incorporati più che le caratteristiche di consumo e le prestazioni.
Non sono una persona attenta al mercato immobiliare, ma sono straconvinto che anche i prezzi delle case, prima dell'avvento dell'internet mobile, subissero variazioni tra zone coperta o non coperte da collegamento ADSL.
In ultima analisi anche l'uomo, nella definizione e nella valorizzazione del concetto di connettività, sta scoprendo che anche la felicità stessa non può prescindere dalla condivisione, e non è propriamente un qualcosa che inizia e finisce con il benessere privato della persona. Ci stiamo praticamente accorgendo che una persona felice in un ambiente infelice non può essere davvero felice.
Un ricco tra i poveri non può essere felice, è un emarginato. E' suo malgrado costretto a celare, a nascondere la sua felicità per non ammettere a se stesso il proprio fallimento. Oppure fonda un club, una casta. Se sono superiore me ne vanto con i miei simili, non con gli inferiori.
E si cerca quindi la connettività.
.......(rifletto).......
Mah, qui il discorso diventa veramente vasto, qualcuno mi disse che il carattere cinese della parola "uomo" significa anche " non può stare solo".
E allora invito ognuno a ricercare in se stesso il protocollo di comunicazione, il minimo comune multiplo, la legge, affinchè ognuno possa connettere la sua parte più profonda con la parte più profonda degli altri esseri umani e per estensione di tutto l'universo.
I nostri simili, quelli della nostra casta, sono soltanto superficialmente i nostri simili.
La connettività più vera, più fisica e quindi più profonda, è quella che ha come risultato che tutti gli altri sono i nostri simili.
Se non vediamo così siamo ancora in superficie, dobbiamo ancora lavorare.
Agire. Azione. Farlo per primi. A prescindere, senza aspettarsi niente, senza restare delusi da noi stessi e dagli altri. Deludersi degli altri è una predisposizione che abbiamo alla sconfitta. Siamo noi che ci deludiamo e quindi soffriamo, è un problema di chi si delude non di chi delude.
Ed è con i nostri simili che noi potremo condividere la nostra esistenza stessa e le emozioni che questa ci regalerà; anche loro lo potranno fare con noi e tutte le nostra vite insieme potranno utilizzare la proprietà della connessione per arricchirsi vicendevolmente.
............Mi sono evidentemente infilato in un bel ginepraio.....
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